da AgireOra
Una testimonianza di chi ha visto coi propri occhi cosa accade nei
macelli.
"Forse
per mancanza di coraggio, per codardia o per eccessiva debolezza, non ho mai
guardato di mia spontanea volontà un filmato dove si vedano animali durante
la macellazione. Non me la sono mai sentita. Sapevo, per immagini viste o
per descrizioni di altri, cosa succede in quelle fabbriche di morte, ma non
ho mai voluto guardare ciò che succede lì dentro con i miei occhi.
Ho
sempre pensato che non avevo bisogno di guardarli, perché non dovevo essere
sensibilizzata sull'argomento: ho deciso di diventare vegetariana e poi
vegana tanti anni fa, senza aver mai visto nulla di questo, ma ben sapendo
la verità.
E proprio io, che non ho mai avuto il coraggio di guardare,
sono stata in un macello di suini e in uno di bovini. Ho visto e sentito
tutto con i miei occhi e le mie orecchie, non seduta davanti ad uno schermo
ma lì, in piedi davanti a decine di animali in fila pronti per essere condannati a finire nel piatto di qualcuno, in fila per essere uccisi da persone che lo fanno di lavoro, tutti i giorni.
Esseri viventi come
noi, con le loro emozioni, i loro sentimenti. Lì in fila, impauriti e
destinati ad essere mangiati da noi umani. Li ho visti e guardati negli
occhi, ho visto e sentito la loro paura e il loro terrore, la loro
incomprensione nel vedere il loro compagno stordito da una scossa elettrica
o da un proiettile, in attesa che un coltello impugnato da un essere umano
tagliasse loro la gola, ponendo fine alla loro schiavitù.
Sono
studente di Medicina Veterinaria e per noi sono previste esercitazioni e
tirocini pratici in tutti i campi della veterinaria, non solo quelli
relativi alla cura dei nostri cosiddetti animali d'affezione: tra questi c'è
l'analisi e l'ispezione di alimenti di origine animale. Per questo ci hanno
portato al macello: per assistere alle fasi di macellazione, dallo
stordimento fino al completo disassemblamento dell'animale e per insegnarci
a fare una visita ispettiva su certi organi e parti degli animali macellati,
in modo da escludere la presenza di eventuali patologie o trattamenti
illeciti con farmaci che possono danneggiare la salute del
consumatore.
Inizialmente avevo deciso di non andarci, non avevo molta
scelta ma preferivo "faticare" a passare questo esame piuttosto che
assistere all'uccisione di animali innocenti. Poi mi sono fatta coraggio e
ho deciso di andare e di vedere in prima persona cosa succede, per sapere e per poter diffondere quello che ho visto e sentito.
In questo macello
vengono uccisi circa 120 animali all'ora... 700 al giorno e quasi 120.000
all'anno.
Gli animali arrivano al macello trasportati su camion che penso
prima o poi a tutti sia capitato di vedere in autostrada. Qui vengono fatti scendere e rimangono in attesa nelle "stalle di sosta", dove possono rimanere al massimo 24 ore. In queste stalle gli animali possono solo abbeverarsi, non mangiare, perché altrimenti il contenuto stomacale potrebbe creare poi problemi igienici in fase di macellazione.
Queste
prigioni sono vicinissime al luogo di stordimento e uccisione, e gli animali
possono sentire i rumori e i versi dei loro compagni che vengono uccisi. Li
ho guardati negli occhi ed è stato terribile sapere che entro pochi minuti
quegli animali che stavo vedendo lì vivi sarebbero stati letteralmente
smontati per finire sullo scaffale di un supermercato.
Uno per uno i
maiali o i bovini vengono spinti da un operatore, che spesso si aiuta con un
bastone che emette scariche elettriche, in un corridoio che li porta su una
pedana dove vengono poi bloccati tramite delle transenne. I maiali vengono
storditi tramite elettronarcotizzazione, cioè viene loro inflitta una forte
scarica elettrica in testa: l'animale, ancora vivo, cade a terra, vicino a quello che è appena stato ucciso prima di lui e gli vengono tagliati i grossi vasi del collo per permettere al sangue di uscire mentre ancora il cuore sta funzionando, cosicché l'animale muore per
dissanguamento.
Mentre questo succede, l'animale, benché stordito, si
muove ed è in preda a convulsioni e quello a cui toccherà poi la stessa
sorte lo può vedere e può percepire la sua agonia.
Dopo la morte, i
maiali vengono immersi in una vasca di scottatura a 60 gradi, che serve per
rimuovere le setole (ma non tutti arrivano lì già morti...).
Successivamente, vengono appesi e viene passata una fiamma sui loro corpi
per alcuni secondi in modo da togliere i residui di pelo.
Da qui in poi
ho assistito ad una vera e propria catena di smontaggio dove alla fine
dell'essere vivente che provava emozioni e sentimenti non è rimasto che una
carcassa fredda e dura, pronta per essere lavorata e diventare prosciutto,
mortadella, salsiccia, lardo e quant'altro.
I bovini invece vengono
storditi mediante un colpo in mezzo alla fronte fatto con una pistola a
proiettile captivo. Ho potuto vedere da vicino uno di loro, un vitello di
circa 1 anno: aveva capito quello che gli stava per succedere e cercava in
tutti i modi di evitare la pistola che gli avrebbe fatto un buco nel
cervello.
Ma anche per lui non c'è stato niente da fare ed è caduto a
terra in pochi istanti, sotto gli occhi del suo compagno in attesa e sotto i
miei occhi impotenti. A questo punto è stato appeso per una zampa e l'ho guardato per l'ultima volta negli occhi ormai vitrei ma ancora vivi... e anche a lui è stata tagliata la gola.
Ho visto litri di sangue uscire
e sgorgare a terra mentre lui finiva così la sua triste e breve vita. Anche
lui, come tutti gli altri prima e dopo di lui, è stato scuoiato e fatto a
pezzi. La sua pelle finirà nelle concerie, per fare le giacche, le scarpe o
i divani in pelle che arredano le nostre case, la sua carne finirà nel
piatto di qualcuno, a casa o al ristorante o a qualche grigliata tra
amici.
Mentre la sua testa e gran parte delle sua interiora verranno
buttati in quei cassonetti che sono fuori dallo stabilimento... tante teste ammassate una sull'altra, senza pelle, con gli occhi aperti e con quel foro nel cranio che li ha portati via dal mondo.
Io non voglio fare
il veterinario per lavorare in un macello. Voglio essere un veterinario che
cura gli animali per salvarli, per farli stare bene e per far avere loro una
vita bella, sana e che sia la più lunga possibile.
Non voglio curare
gli animali per far stare bene un allevatore e i dipendenti della sua
azienda. Purtroppo tutto questo all'università e ai professori che ci
insegnano il mestiere non interessa: il veterinario è anche e soprattutto
questo e se vuoi far parte di questo mondo devi essere presente alle
esercitazioni pratiche, come questa e come tante altre, e devi sostenere
esami che ti insegnano le tecniche di allevamento e i metodi per macellare
gli animali, indipendentemente dal perché tu voglia curare gli
animali.
Va bene. Per riuscire a fare quello che si vuole nella vita
bisogna sempre andare incontro a degli ostacoli, grossi o piccoli che siano. Questo per me è un grosso ostacolo, perché niente e nessuno potrà mai cancellare dalla mia memoria quello che ho visto e sentito oggi e in questi anni di studio.
Rimarranno sempre nel mio ricordo gli occhi
dolci e impauriti di questi animali sfortunati, nati per servire e per
soddisfare i gusti e la moda di una specie ignobile di cui mi vergogno di
fare parte. Ma dal momento che ormai queste cose sono impresse in me in
maniera indelebile, voglio farne buon uso, a favore degli animali che sono
morti oggi, di quelli morti ieri e negli anni passati e di quelli che
moriranno domani e negli anni futuri... sperando che un giorno tutto ciò non
esista più.
Ho deciso di condividere con chi leggerà le mie sensazioni,
le mie sofferenze. E ancora di più di trasmettere a voi quello che ho visto
e sentito, nella speranza che anche solo uno di voi apra gli occhi e si renda consapevole di cosa succede ogni giorno nel mondo, con la convinzione che anche una piccola goccia di acqua che si muove in senso contrario possa trascinare con sé altre gocce in un fiume in piena, fino ad invertirne il corso."
Fonte:
Nessun commento:
Posta un commento